La storia di Sara: come è cambiata la mia fortuna

La mia storia inizia circa 14 anni fa. Mi innamorai di un ragazzo fantastico, Paolo. Passammo tutti gli anni dell’università insieme. Lo capì presto… quel ragazzo sarebbe diventato il padre dei miei figli. Per fortuna, ero abbastanza intelligente e volli che ognuno si costruisse la sua vita prima, che trovassimo lavoro, costruissimo una casa … Il mio desiderio di essere madre era enorme, eclissava tutto il resto. Sì, eravamo molto giovani, ma quello non aveva niente a che fare con il voler mettere su famiglia. Sapevo solo che volevo figli da lui e volevo cominciare a provarci subito. Il mio scopo nella vita era quello di creare una famiglia ma, purtroppo, non era il suo. Non era ancora pronto per dei bambini. Non aveva trovato ancora il suo cammino nella vita, non era felice di quello che già aveva, non era contento del suo lavoro … In breve, non voleva figli fino a quando avrebbe risolto tutti questi problemi. Soprattutto, sognava da anni di intraprendere un viaggio intorno al mondo. Io ero già felice della mia vita in Belgio, avevo trovato un lavoro che mi piaceva, non volevo andare in giro per il mondo. Ma capivo le sue ragioni e non ho mai voluto privarlo dei suoi sogni, così gli dissi di andare, che l’avrei aspettato. Non volevo che più tardi mi incolpasse per non aver rincorso i suoi sogni. Io l’amavo e avrei ritardato il mio sogno per dare priorità ai suoi.

Non aveva iniziativa, non faceva niente e non era felice. Tutto quello che faceva era parlare del presunto viaggio, ma non si muoveva affatto. Dopo 8 anni insieme ci separammo, perché quello che volevamo nella vita era molto diverso. Non avrebbe accettato di avere figli prima del viaggio. Sentivo che il mio tempo e la pazienza si stavano esaurendo, per cui ci lasciammo. Naturalmente c’erano altre piccole cose nel nostro rapporto, ma questa era la più importante. Fui molto felice quando seppi che sarebbe partito per andare con un amico. Non l’avrei aspettato, ma i miei sentimenti per lui non mi lasciarono del tutto. Anche se non ero parte di quel progetto, ero felice che avesse preso una decisione. Segretamente speravo che un giorno la nostra storia sarebbe giunta a un lieto fine.

Mi informai per diventare madre single in un ospedale in Belgio, ma mi dissero che ero troppo giovane. Posso capire la loro risposta, perchè allora avevo solo 28 anni. Tuttavia stetti male ma non volli iniziare quest’aventura con un uomo di cui non fossi innamorata, così contimuai a sognare e ad aspettare…

4 anni dopo la rottura, il mio destino s’incrociò ancora con quello di Paolo. Ero stata in qualche altra relazione ma lui sempre ritornava nella mia mente. Non avevamo perso il contatto del tutto. Disse che era maturato, capendo perchè la nostra relazione era giunta al termine e che sarebbe stato felice di riprenderla ma soprattutto che ra pronto per la paternità. Siamo tornati assieme e presto mi sono resa conto che nulla era cambiato. Lo amavo ancora così tanto! Continuavo a vederlo ancora come il padre dei miei figli! Il nostro amore avrebbe risolto tutte le piccole cose, o almeno così speravo. Suppongo che desiderai tantissimo mentendo a me stessa per molto tempo. Sono sempre stata la più forte nella relazione e la pressione era sempre su di me. Per fortuna io sono una ragazza positiva e fino a quel momento ero riuscita a superare ogni difficoltà. Questa volta doveva funzionare!

Un anno dopo ha dimostrato il suo amore per me, accompagnandomi all’orfanotrofio dove lavoro ogni anno durante le mie vacanze. Questi bambini sono sempre stati molto vicini al mio cuore, potevo dargli un pò del mio amore di madre e ne avevano molto bisogno. Così mi sentivo un poco come una madre per loro. Durante una festa, Paolo ha detto che voleva iniziare a provare ad avere un figlio. Era pronto! Ero così felice…Finalmente, finalmente! La mia pazienza era stata ripagata! Ero così felice che volevo dirlo a tutti. Tutti i miei amici, che sapevano quanto ero stata triste, erano felici per me. Anche se sono stata la prima a voler diventare madre tra tutte le mie amche, ero finita ad essere l’ultima ad iniziare ad avere figli. Tutti avevano de i bambini, anche quelli che non li avevano mai voluti. Ogni volta che ho visitato i piccoli in ospedale sono stata molto felice per loro, ma mi ha anche creato un senso di vuoto. Ma questo stava tutto per finire! Era giunto il momento di Sara!

Sono dovuti passare solo tre mesi per renderci conto che qualcosa non andava. Non mi veniva il ciclo ma i test di gravidanza erano negativi. Dopo aver fatto alcune analisi del sangue il Dottore mi disse che avevo degli alti valori menopausici. Ingenuamente chiesi “valori menopausici…ha a che vedere con la mia fertilità?” Freddamente rispose “Sì, lei non avrà nessun figlio ovviamente. Non ha più ovociti” Sono sicura che sentì tremare la mia voce. Continuavo a ripetermi di aver sentito male. Non ero pronta a crederci.

Quella sera Paolo e io andammo dal medico. Mi disse che ero sterile, completamente postmenopausica e parlammo brevemente della donazione di ovociti. Potevo solo piangere, ma ascoltavo con attenzione. Il mio più grande sogno stava cadendo a pezzi, avevo aspettato troppo a lungo. Immediatamente ho capito: donazione di ovuli: questa è la soluzione, allora la rincorrerò! Dove dovevo andare? Cosa dovevo fare? Quando sarei stata incinta?

Paolo non era così entusiasta dell’ovodonazione. Sentiva che sarebbe stato come avere un bambino con un’altra donna e lui voleva solo figli da me e DNA mio. Ho capito la sua reazione, ma dopo tanti anni a prendermi cura di lui, ora poteva fare questo per me. Dopo tutto, di chi era la colpa per aver iniziato così tardi? Senza rendermene conto, lo avevo accusato. Certo che non potevo prevedere che cosa sarebbe successo, nessuno avrebbe pensato che questo sarebbe accaduto ad una giovane ed energica ragazza di soli 31 anni. Ma perché l’istinto materno è venuto così presto? Onestamente, credo che il mio corpo stava urlando: fallo adesso! È un peccato che non avesse dimostrato un atteggiamento più positivo in merito da subito. Ora sento parlare di altre coppie con lo stesso problema, il marito dice di sì e rende tutto molto più facile per la donna, che non deve sentirsi in colpa perché il suo corpo la tradisce.

Le settimane successive sono state un inferno per me. Paolo non parlava del tema. So che stava combattendo con il tema tanto quanto me, ma non poteva semplicemente dire di sì, rendere le cose più facili e fare sparire questa nuvola nera? Lo amavo davvero con tutto il mio cuore ma per la prima volta nella mia vita potevo dire…l’amore non è tutto! Merito di più, merito qualcuno che possa rendersi conto quanto sforzo metto nel mio lavoro, nel lavoro di casa, l’orfanato, gli amici e la familia..merito qualcunos che mi supporti, che mi veda come un combattente, positiva e qualche volta come una piccola ragazza, una piccola persona spaventata.

Presto presi la decisione che avrebbe cambiato la mia vita per sempre: volevo diventare una madre single. Non avrei fatto dipendere questa decisione da qualcun’altro, non più, non avrei più aspettato Mr Quello Giusto, era giunto il mio momento. Così aveva voluto la mia mente, ma il mio corpo non aveva più tempo a disposizione. Potevo ancora gestare, ma la situazione poteva cambiare nell’arco di un anno. C’erano cisti, inizio di endometriosi e non avrei corso altri rischi e ci avrei provato subito. Sono una donna forte, guadagno bene ho buoni amici e la più grande madre e sorella che mi aiutano in tutto.

In seguito, ho cercato su Google e ho trovato una clinica a Barcellona, l’Institut Marquès. Il loro sito web sembrava professionale, molto informato e scritto in diverse lingue… Ma non trovavo ancora il coraggio di mettermi in contatto con loro. Avevo così tante domande sul viaggio, spese, le loro conoscenze scientifiche, l’origine delle loro donatrici…Quella stessa settimana mia madre mi disse che la figlia di un amico anche contattato l’Institut. Lì ho trovato la forza di fare il grande passo e gli mandai una e-mail.

Da quel momento tutto è andato molto velocemente. Le comunicazioni erano molto veloci. Erano molto cordiali con me e hanno risposto a tutte le mie domande onestamente. Ci siamo scambiati varie e-mail prima di acquistare il mio biglietto, direzione: Institut Marquès.

Arrivando presso l’Institut ho sentito la felicità e i nervi in tutto il corpo. Il mio assistente al paziente, Max, con il quale ci eravamo scritti, mi ha accolto e spiegato il mio piano per la giornata. Era molto bello, parlava un buon inglese ed era molto cordiale. Mi sono subito sentita a casa. Il mio medico, il Dottor Plaza, ha spiegato tutta la procedura, passando in rassegna il programma dei farmaci, visto i risultati dei test che avevo fatto in Belgio e mi ha fatto un’ecografia. Le loro attrezzature, la loro conoscenza, il loro inglese … tutto ha superato le mie migliori aspettative. Presto ero già per le strade di Barcellona e ora per la prima volta nella mia vita, con un piano molto specifico. È stata una bella sensazione, era ciò che volevo e come sarei diventata madre. L’Institut Marquès mi avrebbe fatto un trasferimento di 2 embrioni quando il mio corpo sarebbe stato pronto. Dovevo seguire un rigido programma di dosaggio e 11 settimane dopo (quando il mio orario di lavoro lo avrebbe permesso) dovevo tornare a Barcellona per il primo tentativo di gravidanza. Potevo iniziare a crederci? Potevo davvero rimanere incinta? Erano tutti così ottimisti…Era proprio vero? Sembrava un sogno e avevo paura di svegliarmi.

È stato molto emozionante e fin dall’inizio ho avuto un buon feeling. Medici, infermieri e tutto il team di Barcellona erano molto ottimisti. Da nessuna parte avevo sentito tutte quelle buone vibrazioni. Continuavamo a scriverci, a chiamarmi per chiedermi come stavano andando le cose…Abbiamo avuto una comunicazione molto personale e hanno dimostrato un sincero interesse per me e per il mio stato fisico. Serenella è la persona con cui sono maggiormente stata in contatto. È stata molto cordiale e sempre mi ha saputo calmare. Continuamente mi ripeteva che stavo facendo un grande lavoro e mi diceva di chiamare in qualsiasi momento per chiedere qualsiasi cosa. Niente sembrava uno sforzo eccessivo per lei.

Ho preso i miei medicinali, ho smesso di fumare, ho iniziato a mangiare sano…ho fatto quello che qualsiasi donna nella mia situazione avrebbero fatto. Non è stato facile prendere i farmaci, perché deve essere fatto a un’orario specifico. Stavo ancora lavorando, quindi a volte ho dovuto lasciare una riunione o quando ero in un ingorgo mi dovevo fermare presso il distributore di benzina. Si inizia alle 8 e si termina a mezzanotte. Nonostante questo, è stato abbastanza facile. Ero disposta a fare qualsiasi cosa per arrivare dove volevo. L’unica cosa che mi preoccupava di più è che a volte si perde un pò del farmaco assunto per via vaginale, quando si effettua un grande sforzo o si dà un colpo di tosse, se ne espelle una parte. Tuttavia, Instituto Marques mi assicurò che non c’era problema, perchè anche se questo succede, le dosi dei farmaci sono più alte del necessario.

17 agosto, Il Grande Giorno! La mia cara madre mi accompagna per aiutarmi. Devo prendermela con calma dopo il transfer, in modo che gli embrioni possano trovare il posto perfetto nel mio utero. Ho prenotato un piccolo albergo vicino l’Istituto e così inizia il mio secondo viaggio a Barcellona. Alle 16:00 in punto devo essere lì, tutto lo staff era pronto. In primo luogo, il mio medico mi ha detto l’altezza, peso, colore degli occhi e dei capelli dei miei donatori. Poi un’infermiera è venuta a prendermi per quello che avevo aspettato così a lungo: il trasferimento. Mi sono dovuta stendere e rilassare, qualcosa di non facile avendo la vescica piena. C’era un team di medici e infermieri in sala, tutti molto tranquilli. A casa aveva acquistato 2 orsacchiotti che stavano dormendo con me negli ultimi mesi e li tenevo sopra di me, come dire, “benvenuti bambini”. Sono stati insieme a me durante tutto il procedimento e sarebbero diventati i primi morbidi giocattoli per i miei figli. Ho scelto di trasferire due embrioni per diversi motivi. Il primo, da parte dei bambini, in modo da avere un fratello o sorella genetici, uno esattamente nella stessa situazione. Il secondo è stato per me, perché non sono sicura di poter rimanere incinta nuovamente in pochi anni e ho sempre voluto avere almeno 2 figli. Inoltre, avrebbe aumentato le mie possibilità di rimanere incinta. Dirò ai miei figli la verità quando saranno grandi e credo che saranno felici di avere l’un altro.

Quando ero pronta, ho chiesto al dottore se poteva farmi vedere gli embrioni. Mi ha mostrato un video dei miei due piccoli. Non posso descrivere come mi sono sentita orgogliosa quando ho visto le immagini sullo schermo, sembravano già così coraggiosi e dolci! Ero super felice nonostante fossi distesa su un lettino, con gambe divaricate, con 5 persone attorno a me. Ho chiesto al mio medico se potevo avere il video e me lo ha inviato. Oh, quanto apprezzo tutto lo sforzo che avete fatto per me! Ero un pò sensibile, il team è stato così gentile e ha reso tutto molto facile per me.

Quando stava per avvenire il transfer, un uomo un pò buffo è apparso dal laboratorio con una lunga sonda. All’interno c’erano i miei due tesori. Stavano per essere inseriti nel mio utero, che mi piace immaginare si fosse sviluppato come una casa confortevole ed accogliente per tutto questo tempo. Un nido ideale in cui avrebbero potuto prepararsi al grande mondo. Ho chiesto al biologo se la sonda doveva entrare tutta. Ha detto che non avrebbe fatto male, e non mentiva. Il trasferimento non fa male neanche un pò!

Potevo seguire tutto dallo schermo. Sono rimasta sorpresa che fossero messi insieme, ma…che ne so io di tutto questo? Niente! Il biologo è ritornato al laboratorio con la sonda vuota aspettando la sua risposta. Al suo ritorno, ci ha detto che tutto era andato bene e mi augurò buona fortuna. Che bello! Mi vestii e andai in bagno (molto spaventata di cacciare via i piccoli involontariamente, ma mi è stato assicurato che questo era impossibile) e ho ricevuto istruzioni finali. Dovevo rimanere a letto fino al mattino successivo e l’ho fatto. I 2 orsi sono rimasti con me tutto il tempo. È divertente, ma ho iniziato a parlare con loro!

A casa, ho ripreso la mia vita normale e a lavorare. Ho dovuto aspettare 2 settimane per fare il test di gravidanza, le 2 settimane più lunghe della mia vita. Quando arrivò il momento, ho preso il giorno libero. Se fosse stato positivo, se avesse funzionato, avrei festeggiato. Se fosse stato negativo, mi sarei presa la giornata per piangere un poco. Tutti i familiari e gli amici erano in attesa di qualche buona notizia da me, ma avevo spento il telefono. Al risveglio, sapevo che questo era il giorno che stavo aspettando, ma non osavo alzarmi. Dovevo andare in bagno subito ed usare la prima urina del mattino per la prova, ma non ero ancora preparata per l’esito. Dopo un pò mi sono alzata a urinare in un vaso di piccole dimensioni. Ha dovuto aspettare qualche minuto per il risultato, ma…Il test evidenziava due strisce rosa: un test e anche l’altro…SONO INCINTA!

Non credevo ai miei occhi, ero ancora mezzo addormentata e forse i pensieri mi stavano giocando uno scherzo…Ho preso la macchina fotografica per scattare una foto e sì, sono apparse 2 linee. Era possibile? Ho afferrato il 2 orsi e ho iniziato a parlargli come se fossero persone vere e proprie. Mi veniva da piangere di felicità, ma non potevo dallo stress. Deve chiamare il mondo intero! No, meglio ancora, dovrei andare a vederli e dirglielo di persona. Dio mio…Il mio desiderio era diventato realtà!

Ancora non ci potevo credere. Per anni avevo combattuto per il mio desiderio di avere un bambino, aveva conosciuto la tristezza per un lungo tempo, mi ero quasi arresa all’idea di non diventare mai madre…e adesso ero incinta? E al primo tentativo? Sono molto grata all’Instituto per tutte le cure, la loro professionalità, le loro gentili parole e il supporto…Tutto l’amore che ho ricevuto dalla mia famiglia, amici e anche sconosciuti quando hanno sentito la mia storia, lo staff a Barcellona…è indescrivibile. Tutti questi fattori hanno reso possibile che questi bambini arrivassero in una casa piena di gioia, amore, divertimento e salute!

Sono incinta di 3 mesi e ora tutto va liscio. Non ho nausea, sono solo molto stanca. È una gravidanza da sogno, ma so che si complicherà man mano che mi avvicinerò al 9 mese, ma ne vale la pena! Il mio prossimo sogno è quello di incontrare queste 2 personcine che vivono da poco dentro di me e aiutarle a crescere. Dovrò rivoluzionare la mia vita solo per dargli tutto ciò di cui hanno bisogno. Ho avuto una bellissima vita finora, ma credo che quella ‘reale’ deve ancora iniziare.

(Bruxelles, ottobre 2011)