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La Fecondazione In Vitro si realizza a fresco, con gli ovociti della donatrice.
Dopo la punzione ovarica, gli ovociti arrivano in laboratorio in provette sterili e immersi nel liquido follicolare, circondati dalle cellule del cumulo. Vengono localizzati mediante il microscopio, puliti e conservati nell’incubatrice in coltura a 37ºC.
La qualità degli ovociti è una caratteristica intrinseca di ogni donna ed evidentemente non tutti gli ovociti ottenuti con la punzione ovarica hanno la stessa qualità. Dopo la punzione ovarica si ottiene un gruppo eterogeneo di ovociti, dei quali circa l’80% sono maturi, ma sono presenti anche ovociti immaturi ed ovociti con aspetto degenerato e atresico. Quest’ultimo gruppo di ovociti non è adatto alla Fecondazione in Vitro.
L’équipe medica è responsabile di assegnare un campione di liquido seminale alla coppia o alla donna. Il giorno dell’ottenimento degli ovociti l’équipe disporrà già del liquido seminale, prelevato dalla banca, che sarà utilizzato nella FIV.
È indispensabile il trattamento anteriore all’eiaculazione. Gli spermatozoi devono essere separati dal plasma seminale prima di poter essere iperattivati e di acquisire la capacità fecondante.
Dopo alcune ore di coltivazione, gli ovociti vengono messi a contatto degli spermatozoi per ottenere la fecondazione.
La FIV è una delle tecniche più utilizzate in riproduzione assistita. Consiste nel facilitare l’incontro tra l’ovocito e gli spermatozoi, per ottenere la fusione dei codici genetici. Quando il campione di liquido seminale è normale ed esistono precedenti di fecondazioni previe, viene realizzata un’inseminazione di tipo ‘convenzionale’ che consiste nel mettere in contatto gli ovociti con una concentrazione determinata di spermatozoi trattati (centomila spermatozoi con una buona motilità) in coltura ed incubati a 37º fino al momento in cui viene rilevata la fecondazione.
Quando il campione di liquido seminale è di bassa qualità o non ci sono precedenti di fecondazioni anteriori, la tecnica di inseminazione utilizzata è quella della microiniezione spermatica.
La ICSI è una tecnica molto sofisticata e richiede una grande precisione ed esperienza da parte del biologo. Consiste nell’introduzione di uno spermatozoo ‘vivo’ all’interno del citoplasma dell’ovocito. Nel programma di Donazione di ovociti, la tecnica dell’ICSI è indispensabile, indipendentemente dalla qualità del liquido seminale, per assicurare una buona percentuale di fecondazione.
Dopo 17-20 ore dall’inseminazione, si osservano gli ovociti al microscopio invertito a 400x aumenti per rilevare se si è prodotta o meno la fecondazione. Un ovocito fecondato presenta due pronuclei, corrispondenti ai codici genetici femminile e maschile. Possiamo ritrovare ovociti fecondati correttamente, ovociti non fecondati ed ovociti fecondati in modo anomalo.
No. In condizioni normali, con spermatozoi provenienti dall’eiaculazione, la percentuale di fecondazione in FIV ed in FIV-ICSI si aggira intorno al 70%. Il primo ciclo di FIV di una coppia è diagnostico, e permette di osservare la fertilità di ogni coppia. Possiamo ritrovare percentuali di fecondazione basse (5-20%) o incluso un errore totale nella fecondazione.
No. Anche se l’età media delle pazienti che si sottopongono a una FIV per avere il primo figlio è superiore alla popolazione generale, e pertanto il rischio di anomalie dell’embrione è maggiore, nella pratica non si osservano percentuali maggiori di anomalie generiche in bambini nati in FIV. Neanche il processo di FIV-ICSI in sé e per sé comporta un maggior rischio di anomalie genetiche, eccetto quelle attribuibili al liquido seminale fornito dall’uomo.
Dopo la fecondazione si producono le prime divisioni embrionali. Dopo 48 ore dalla FIV si osservano i primi embrioni, in questo momento gli embrioni possono essere divisi in 2, 3, 4 e 5 cellule, con percentuali di frammentazione variabili.
Gli embrioni devono aver duplicato il numero di cellule che avevano il secondo giorno. Il terzo giorno della coltura gli embrioni presentano tra 7 e 9 cellule con percentuali variabili di frammentazione. Alcuni embrioni possono bloccarsi ed arrestare il loro sviluppo nel passaggio dal secondo al terzo giorno.
Così come le persone, non esistono due embrioni uguali, ogni embrione ha le proprie caratteristiche genetiche e morfologiche. Nemmeno nell’ambito di uno stesso ciclo tutti gli embrioni presentano la stessa qualità. Gli embrioni vengono analizzati attentamente al microscopio invertito a 400x aumenti e si classificano relativamente alle loro caratteristiche morfologiche (ritmo di divisione cellulare, dimensione uguale o differente delle cellule e percentuale di frammentazione cellulare).
Gli embrioni vengono classificati con un punteggio dall’1 al 10, un embrione del tipo 10 presenta 4 cellule di dimensioni uguali senza frammentazione il secondo giorno di coltura e tra 7 e 9 cellule di uguali dimensioni senza frammentazione il terzo giorno.
Sì, gli embrioni ‘in sovrannumero’ non trasferiti all’utero, se presentano una buona morfologia, possono essere crioconservati immersi in azoto liquido a -196ºC.
Se le condizioni di conservazione degli embrioni nei contenitori di azoto liquido sono stabili, questi possono restare crioconservati teoricamente durante molti anni. Attualmente disponiamo solo di dati di embrioni crioconservati per 8 anni che hanno dato luogo alla nascita di un bambino sano.
I pre-embrioni in sovrannumero in seguito all’ applicazione delle tecniche di fecondazione in vitro che non vengono trasferiti alla donna in un ciclo riproduttivo potranno essere crioconservati nella banca autorizzata per questo scopo. La crioconservazione degli ovociti, del tessuto ovarico e dei pre-embrioni in sovrannumero si potrà prolungare fino al momento, stabilito dal personale medico e con l’ approvazione di specialisti indipendenti ed esterni al centro in questione, in cui la ricevente non soddisfi i requisiti clinicamente adeguati per la pratica della tecnica della riproduzione assistita.