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Giugno è il mese mondiale dell’infertilità, un’iniziativa il cui obiettivo è quello di dare la massima diffusione alle informazioni essenziali che tutti dovremmo conoscere per poter pianificare con successo la nostra maternità e paternità.
La situazione più comune nelle nostre consultazioni è quella di coppie che stanno cercando di avere un figlio da più di un anno senza successo. Il grado di fertilità delle persone è individuale e condiziona la capacità di ottenere una gravidanza. Dopo un anno di tentativi, solo la metà di loro ci riesce e uno su cinque ci riuscirà grazie all’aiuto medico. Oltre al grado di fertilità, ci sono fattori determinanti che devono essere presi in considerazione se stiamo pensando di cercare una gravidanza:
Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE), in Spagna abbiamo uno dei tassi di natalità più bassi del mondo e, inoltre, le donne spagnole hanno il loro primo figlio sempre più tardi.
Il ritardo nell’età della maternità rende necessaria una valutazione precisa della riserva ovarica, dato che a 35 anni rimane solo il 10% degli ovuli e meno ovuli ci sono, peggiore è la loro qualità. La fertilità femminile diminuisce con l’età, un declino che è più evidente tra 10 e 15 anni prima della menopausa, con una diminuzione della quantità e della qualità degli ovuli. Molte donne lo scoprono troppo tardi.
Conoscendo la loro età ovarica reale, le donne possono decidere se vogliono anticipare la gravidanza, vetrificare i loro ovuli o ammettere che, se desiderano diventare madri in futuro, avranno bisogno di un trattamento di riproduzione assistita con ovuli di donatrice.
Un semplice esame del sangue rivelerà la nostra riserva ovarica: i livelli di ormone anti-Mülleriano (AMH) vengono analizzati e confrontati con quelli stabiliti come normali per ogni età. L’Institut Marquès ha realizzato una revisione delle tabelle di confronto dei valori di AMH, aggiornando i parametri per le donne europee. Le interessate possono accedere a queste tabelle e conoscere in prima persona la loro reale età ovarica.
In 6 coppie su 10 che ricorrono a trattamenti di riproduzione assistita per diventare genitori, il seme presenta alterazioni di grado maggiore o minore e l’infertilità maschile è associata a più del 50% dei casi di infertilità coniugale.
L’Institut Marquès è stato un pioniere nello studio della qualità dello sperma degli uomini spagnoli, demistificando le cause che vengono classicamente attribuite a questo problema (stress, alcol o pantaloni stretti, per esempio) e dimostrando che le tossine chimiche sono le vere cause della scarsa qualità dello sperma. Queste tossine influenzano lo sviluppo dei testicoli nei feti quando una donna è incinta. Il livello di affettazione varia molto a seconda dell’area geografica, essendo molto più alto nelle aree industrializzate.
Fortunatamente, nei trattamenti di PMA ci sono diverse tecniche che possono aiutarci a trattare il fattore maschile. All’Institut Marquès abbiamo un’unità specializzata in Andrologia che supervisiona ogni trattamento.
La genetica gioca un ruolo importante quando si cerca una gravidanza. In primo luogo, il passare del tempo fa sì che a partire dai 37 anni il rischio che gli ovuli abbiano anomalie cromosomiche aumenti significativamente. Dai 40 anni in poi ci sono poche possibilità di ottenere una gravidanza attraverso una FIV con i propri ovuli.
Nelle pazienti con problemi di infertilità causati dalla loro età, si raccomanda di realizzare un’analisi genetica dei loro embrioni dopo la FIV. Il test genetico preimpianto (PGT) è anche particolarmente raccomandato in caso di aborti ripetuti, fallimenti multipli in cicli di FIVET o se vi è un fattore maschile. Questa analisi genetica degli embrioni ci permette di selezionare e trasferire nell’utero materno quelli che non presentano anomalie cromosomiche.
Per effettuare il PGT, viene eseguita una biopsia dell’embrione. Nel caso di embrioni allo stadio di blastocisti, significa che dobbiamo congelarli per aspettare il risultato del test. All’Institut Marquès offriamo anche il PGT Express, che permette la biopsia e l’analisi di tutti i cromosomi quando l’embrione ha tre giorni. In questo modo è possibile trasferirlo solo due giorni dopo in fresco (senza congelarlo) quando raggiunge lo stadio di blastocisti.
Altre indicazioni per i test genetici degli embrioni sono i pazienti con un cariotipo alterato (PGT-SR) o pazienti con malattie genetiche (PGT-M) che vogliono avere figli evitando la nascita di un bambino affetto.
L’endometriosi può portare ad alterazioni della funzione riproduttiva e compromettere la fertilità della donna che ne soffre. È la causa dell’infertilità nel 25% delle nostre pazienti. I meccanismi con cui l’endometriosi causa infertilità sono controversi e dipendono, in parte, dallo stadio della malattia.
L’endometriosi si verifica quando le cellule del tessuto endometriale, che riveste la cavità uterina, crescono al di fuori dell’utero e si sviluppano in altri organi. Questo tessuto può rompersi e causare emorragie, colpendo più comunemente le ovaie, le tube di Falloppio e l’intestino. È una malattia cronica benigna che può, in alcuni casi e in certi momenti, essere molto dolorosa. Il trattamento con contraccettivi o ormoni che interrompono il periodo mestruale può rallentare la progressione e alleviare i sintomi della malattia.
Quando possibile, evitare la chirurgia aiuta a preservare la funzione ovarica e la fertilità nelle pazienti con endometriosi. Ma se è indispensabile optare per questa opzione, bisogna ricordare che, anche in mani esperte, la chirurgia diminuisce la riserva ovarica. Per questo motivo, si raccomanda alle donne che vogliono diventare madri di considerare la possibilità di vetrificare gli ovociti prima di procedere con questo tipo di intervento.